Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha da poco annunciato che, a partire da marzo 2022, cambierà la sua politica lunga 17 anni sulla partecipazione delle persone transgender e non binarie alle olimpiadi, lasciando che siano i singoli sport a determinare le proprie politiche in merito.
Così, dopo aver consultato circa 250 esperti tra scienziati e sportivi, il CIO ha redatto il nuovo testo basandosi sull’inclusività. Verranno eliminate le analisi del testosterone e gli atleti transgender potranno partecipare alla pari dei cisgender scegliendo “la categoria che meglio rappresenta il loro genere d’elezione”. Verrà comunque verificata e assicurata la parità fra tutti gli atleti a prescindere dal sesso e identità di genere per una competizione eguale fra stesse categorie.
A riguardo, Richard Budgett, direttore medico-scientifici del CIO, ha dichiarato: “Una delle cose che penso è che il framework ci fa andare avanti dal considerare solo il testosterone. Ora è perfettamente chiaro che le performance non sono proporzionali al testosterone endogeno. Ciò che ci interessa davvero è il risultato. Quello che fa è cambiare il processo nell’ottenere il risultato della performance”.
Il nuovo framework includerà una sorta di guida di 10 principi per il processo decisionale che parte dall’inclusione e comprende diverse aree, tra cui equità, prevenzione danni e vantaggio competitivo. Lo stesso deve intendersi come delle linee guida non vincolanti di un processo di cooperazione tra il CIO e gli organi dirigenziali sportivi.
A tal proposito, Anne Lieberman, direttor* della politica di Athlete Ally, ha dichiarato: “Come per qualunque serie di linee guida, il successo di questo nuovo framework nel garantire un ambiente sicuro e accogliente all’interno del movimento olimpico dipenderà in gran parte dal processo educativo e di implementazione con gli organi di governo nazionali, le federazioni internazionali e altre parti interessate. Speriamo di continuare a lavorare a stretto contatto con il CIO per garantire che le politiche e le pratiche che regolano lo sport includano e rappresentino la diversità delle persone che praticano lo sport”.