“Esiste un’enorme quantità di musica classica, e una parte significativa è stata composta da artisti LGBTQ+”, afferma su Gay Times uno dei principali direttori d’orchestra apertamente gay del Regno Unito, Oliver Zeffman. Questa consapevolezza ha dato vita a un evento senza precedenti nel panorama musicale classico: il primo concerto nel Regno Unito caratterizzato da una programmazione interamente LGBTQ+.
In questo articolo esploreremo i dettagli di questo evento innovativo, chiamato “Classical Pride”, il concerto che si svolgerà il 7 luglio alla Barbican Hall di Londra e che promette una serata indimenticabile di performance musicali, tutte incentrate sulla cultura e l’esperienza LGBTQ+.
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Come Classical Pride onora i grandi compositori LGBTQ+ della musica classica
Zeffman ha ideato “Classical Pride” nel 2022, nel cinquantesimo anniversario della prima marcia del Pride a Londra. L’idea è stata semplice ma potente: creare un concerto in cui tutti i pezzi fossero stati composti da artisti LGBTQ+.
L’apertura del Classical Pride del 7 luglio alla Barbican Hall di Londra sarà affidata all’ouverture di Leonard Bernstein per Candide, un’opera che esprime con vivacità e brio lo spirito del compositore, dichiaratamente omosessuale (nel 1976 Bernstein decise di non voler più tenere nascosto il proprio orientamento sessuale, lasciò la moglie e iniziò a convivere con il direttore d’orchestra Tom Cothran).
Seguirà l’esecuzione del Concerto per due pianoforti del compositore francese Francis Poulenc, ad opera dei pianisti Pavel Kolesnikov e Samson Tsoy, partner sia nella vita che nella professione. Poulenc era un individuo unico nel suo genere, un uomo che non temeva di dichiararsi apertamente gay in un’epoca in cui l’omosessualità era vista con grande pregiudizio, mantenendo al contempo una profonda devozione per la fede cattolica.
Durante “Classical Pride”, il pubblico avrà anche l’opportunità di ascoltare due delle personalità più ricercate nel mondo della composizione contemporanea, Caroline Shaw e Julian Anderson, dichiaratamente queer.
L’obiettivo principale di Zeffman è stato quello di riunire i più brillanti pionieri queer nel campo della musica classica per dimostrare quanto sia importante il loro contributo a questo genere musicale.
Come ha affermato Zeffman, il punto chiave del programma è quello di “mostrare la diversità della musica classica“.
Zeffman spera che “Classical Pride” possa sfatare alcuni dei pregiudizi comuni associati alla musica classica. Spiega che molte forme musicali diverse vengono raggruppate come “classiche” e che, in realtà, c’è una grande diversità di stile all’interno del genere che le persone non sempre si rendono conto. “Può essere di tutti i tipi; un’orchestra sinfonica, un cantante, la musica elettronica. C’è così tanta varietà, e la gente continua a scrivere musica classica ancora oggi“, aggiunge Zeffman.
Per “Classical Pride”, Zeffman ha scelto di eseguire l’emozionante Romeo & Juliet di Tchaikovsky. Nonostante la storia d’amore eterosessuale alla base, la composizione riflette l’orientamento sessuale del compositore, che non poté vivere appieno a causa delle costrizioni sociali della sua epoca. Nato nel 1840 nell’Impero Russo, Pyotr Ilyich Tchaikovsky fu costretto a reprimere la sua omosessualità e a sostenere un matrimonio disastroso. La musica di Tchaikovsky è intrisa di un desiderio e di una passione che ancora oggi risultano incredibilmente commoventi e potenti.
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I proventi di Classical Pride andranno in beneficienza
L’evento offre anche un’opportunità per sostenere le cause LGBTQ+ a livello globale. Tutti i proventi di “Classical Pride” andranno a tre organizzazioni di beneficenza, tra cui Rainbow Railroad, un’organizzazione no-profit che aiuta le persone LGBTQ+ in situazioni di rischio con il trasferimento di emergenza, risposta alle crisi, assistenza finanziaria e altre forme di sostegno. Gli altri beneficiari saranno il Terrence Higgins Trust, un’organizzazione britannica per la lotta all’HIV, e Amplifund, un’iniziativa filantropica di GAY TIMES con GiveOut, che raccoglie fondi per sostenere le persone LGBTQ+ nei paesi in cui affrontano gravi sfide.
“Classical Pride” non rappresenta che la punta dell’iceberg nel riconoscimento della grande quantità di musica classica prodotta da talenti LGBTQ+, e c’è sicuramente l’ambizione di farne un evento annuale su scala sempre maggiore. “Mi piacerebbe pensare che questo sarà il primo di una grande serie di Classical Pride ogni anno“, conclude Zeffman.
I biglietti per “Classical Pride” sono in vendita ora su barbican.org.uk.