È morto all’età di 94 anni Charles Aznavour un vero genio contemporaneo. Nella vita ha fatto tante, tantissime cose. Lui era un attore, un diplomatico e ambasciatore dell’Armenia in Svizzera ma sopra tutto un istrione, un animale da palcoscenico, un cantautore che ha fatto emozionare la Francia sua terra natale e il mondo intero. Nella sua vita ha venduto oltre 300 milioni di dischi e ha affermato che i suoi testi musicali talvolta “violentavano” il pubblico. Con questo voleva intendere che per certi versi cercava nelle sue canzoni di parlare di temi importanti che talvolta potevano provocare reazioni differenti nelle persone ma questo era finalizzato ad educarle. Infatti Charles Aznavour disse “Io ho sempre violentato il pubblico, un certo pubblico. Perché se alla gente non si insegna qualcosa resteranno sempre degli asini. Nella maggior parte dei casi è un fatto genetico, non perché qualcuno gli ha detto che deve essere omosessuale. Si figuri che fra i miei amici, i primi a dire “non canterai mica questa canzone qua?”, sono stati proprio gli omosessuali”. In questo caso Aznavour sta facendo riferimento alla sua canzone “Che si dice” composta nel 1972. Il testo parla della naturalità dell’omosessualità e nella dichiarazione appena citata l’artista spiega il motivo che lo ha spinto a cantare questo tema: insegnare alla gente che non c’è nulla di male ad essere chi si è davvero. Nel 2009 ha detto che questa canzone credeva avesse “giovato alla causa degli omosessuali, all’epoca ancora oggetto di scherno e discriminazione”. Charles è un simbolo della forza e della determinazione. Quando era piccolo gli diagnosticarono una paralisi che bloccava alcune corde vocali. A molti aspiranti cantanti questo avrebbe potuto provocare la fine di ogni aspirazione canora. Invece no. Lui riuscì a reinventarsi e ha trasformare la sua debolezza in forza e tratto caratteristico della sua voce che infatti ha un retrogusto roco. La differenza che lo rendeva speciale e unico. Ha cantato fino alla fine perché per lui questo significava essere forti e vitali. Qualche tempo fa ha detto: “Continuo a cantare e a scrivere canzoni perché per me andare in pensione significherebbe imboccare la porta verso la morte”.
Il grande artista si è spento a Mouriès il primo ottobre 2018. Resterà per sempre nella storia della musica.