Caterina Balivo non sarà madrina del Pride milanese
La conduttrice Caterina Balivo sarebbe dovuta essere madrina del Gay Pride di Milano organizzato per sabato 29 giugno a conclusione della ricca Pride Week già in corso nella capitale della moda italiana. Il motivo della decisione degli organizzatori in concerto con la Balivo è il grande polverone scatenatosi sul web in seguito all’elezione della Balivo come madrine della manifestazione dell’orgoglio gay milanese. Il motivo della reazione sarebbero alcune dichiarazioni omofobe pronunciate dalla stessa conduttrice qualche tempo fa. In seguito alla decisione Caterina Balivo si è sfogata e ha sostenuto quanto segue.
“Quando ti invitano a una festa e la festa ti piace sei sempre molto contenta di partecipare. Se poi capisci che una buona fetta di invitati non gradisce la tua presenza, allora è bene non andarci“, ha detto in un’intervista rilasciata a Chiara Maffioletti sul Corriere della Sera.
“Sinceramente sono molto colpita e mi interrogo un po’ sul genere umano. Valgono più testimonianze, fatti concreti, messaggi, video fatti nei miei programmi, davanti a milioni di persone, o espressioni decontestualizzate, una frase infelice?”, si è domandata. L’essere definita omofoba, per lei, è una “grave offesa”. “Penso agli articoli sul web, a quella parola vicina al mio nome: ma i miei figli, se dovessero essere gay, leggeranno che la madre ha fatto dichiarazioni omofobe? Assurdo. Inviterò chi mi ha criticata e mi confronterò: questa cosa non finisce così. Quella su Ricky Martin se decontestualizzata è orribile. Ma era un video di una serata tra amici, si scherzava, così come i miei amici omosessuali scherzano quando dicono a mio marito: perché vai con le donne? Mi chiedo se conta più la facciata o la sostanza”.
“Il primo matrimonio a cui è stato mio figlio, a cinque anni e mezzo, è stato un matrimonio gay e l’unica cosa che mi ha chiesto era perché non c’erano i confetti. Le mie amiche mi dicono: ma un amico etero da presentarci tu no eh? Hai solo amici gay. So quale è il mio percorso e il mio pensiero: non ci sto a essere additata, non ho mai discriminato nessuno. Una parte della comunità ha discriminato me”.
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