L’estremo sud dell’Italia peninsulare ricorda la punta di uno stivale che si appoggia tra due mari: il Tirreno e lo Ionio. Si tratta della Calabria, culla della cultura greca e, si dice, delle prime popolazioni italiche. Si tratta di una delle regioni d’Italia più belle, in cui è possibile trovare luoghi incantevoli dalla montagna al mare: Dal Monte Elia, vicino alla cittadina di Palmi lo sguardo arriva fino a Messina; dalla spettacolare Scilla (borgo marinaro, il cui nome ricorda quello di una delle sirene che cercarono di ammaliare Ulisse, come racconta l’Odissea) è invece possibile assistere all’eccezionale evento naturale della ‘Fata Morgana’. La Calabria vanta solide tradizioni di ospitalità ed accoglienza e presta un’attenzione crescente alla cultura gay e lesbian: ad Isola Capo Rizzuto fu creato il primo resort nudista della Calabria (quasi casualmente da un gruppo di giovani gay che negli anni ‘70 non riuscirono ad imbarcarsi da Crotone per raggiungere la Grecia), così come sulla costa tirrenica, la spiaggia delle Formicole presso Santa Domenica di Ricadi è considerata spiaggia gay.
Nei capoluoghi di provincia, durante il mese di luglio, si tengono pride, sempre più affollati. In particolare, quello di Reggio Calabria, grazie all’associazione Arcigay I Due Mari, catalizza l’attenzione di comuni minori sia sui temi dei diritti civili che su quelli dell’accoglienza. L’associazione nasce nel 2009 e da quel momento in avanti l’attivismo per la rivendicazione dei diritti civili in favore della comunità LGBTQ+ non si ferma più. Alcuni quartieri, attorno a Via Giudecca ed alla Chiesa Valdese erano e sono luoghi di incontro, che hanno però generato, negli anni, eventi culturali e spettacoli. I giovanissimi sono particolarmente convolti e condividono la realizzazione di svariati progetti sul territorio dall’Osservatorio Provinciale contro la discriminazione alle iniziative di sensibilizzazione per le scuole e convegni formativi.
Dal 2014, i pride si sono estesi da Reggio a Tropea, rinomata località balneare. Il successo si è raggiunto nel 2019, con la celebrazione dei moti di Stonewall, quando numerose associazioni e realtà calabresi hanno aderito al Pride di Reggio Calabria sotto il Gonfalone della Regione, il logo del pride ritrae in versione stilizzata l’arena dello Stretto uno dei luoghi più suggestivi della città. Doretta Drag Queen è stata la madrina dell’evento insieme al suo gruppo ‘Le Portinaie Drag Queen Show’. I suoi spettacoli hanno superato le barriere del divisionismo e riunito tutta la cittadinanza ed oltre, per far arrivare forte il suo messaggio antidiscriminazione.
Nel 2020, il comitato locale Arcigay I Due Mari ha dato inizio ad un nuovo progetto di lotta alla solitudine involontaria, per favorire il dialogo intergenerazionale tra comunità over e giovani. L’iniziativa denominata Silver Rainbow Kitchen invita i membri della comunità a cucinare e a cenare insieme presso il B&B Casa Canale.
Per chiudere, un ultimo e doveroso cenno storico. Reggio Calabria, il cui lungomare è stato definito ‘il più bel kilometro d’Italia’ è anche il luogo nel quale sono oggi conservati i ‘Bronzi di Riace’, presso il Museo Archeologico Nazionale.
I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo di provenienza greca o magnogreca databili al V secolo a.C., pervenute in eccezionale stato di conservazione. Esse furono rinvenute nel mare di Riace Marina nel 1972, casualmente, da un subacqueo. Il loro corpo è l’espressione della perfezione fisica, la celebrazione del gusto greco per il corpo maschile, nella tensione muscolare che li vede come pronti al combattimento. Sull’identità dei due guerrieri si sono alimentate numerose congetture: sono fratelli? Amici? Amanti?
La mascolinità nel mondo greco non negava l’omosessualità, né era in contrasto essere padri di famiglia e amanti di giovani belli e rigogliosi: questione di civiltà. Così, se gli storici antichi scrivono che il futuro Re dell’Epiro Alessandro amava Filippo II il Macedone e che Alessandro Magno per tutta la sua vita ha amato l’amico d’infanzia Efestione, questo non diffama certamente il loro valore umano, militare e filosofico. Nel 2014, l’artista Gerard Bruneau trasformò i due Bronzi in icone gay, grazie ad una serie di scatti che li vide ritratti con veli bianchi, perizomi e boa colorati. Una provocazione volta a sottolineare un aspetto trasgressivo, quasi transgender della mascolinità.
Di Michela Calabrò
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