L’8 settembre 2019, Sarajevo, capitale della Bosnia, ha ospitato il suo primo Pride. Migliaia di persone sono scese in piazza a sfilare per l’orgoglio LGBTQ+ circondate da una forte protezione da parte della polizia locale. Nel frattempo gli oppositori, per lo più gruppi religiosi estremisti, avevano organizzato una contro-protesta.
La marcia, avvenuta lungo la strada principale di Sarajevo, si è svolta con lo slogan “Ima izac!” che significa “Coming out!”, inciso su un enorme striscione rosa. I manifestanti, uniti per l’amore in tutte le sue forme, hanno sfilato al ritmo di batteria immersi nei colori dell’arcobaleno.
Lejla Huremagic, una delle organizzatrici della parata, ha dichiarato: “Vogliamo costruire una società non violenta, una società unita, dove nessuno deve nascondere il proprio amore e vivere all’interno di quattro mura. Siamo consapevoli che questa parata non cambierà il mondo, ma sappiamo anche che questo Pride darà la speranza di un possibile cambiamento.”
Ma a meno di 2 chilometri di distanza, i seguaci di un gruppo islamico conservatore ha descritto la parata per l’orgoglio LGBTQ+ come un “peccato” e un’“umiliazione” per Sarajevo. Tanto da organizzare una preghiera simbolica alla fine della loro manifestazione contro il Pride.
Sanin Musa, uno dei sostenitori della contro parata ha sostenuto: “Vogliono portarlo nelle nostre strade, nelle nostre piazze, tra i nostri figli. Vogliamo lottare contro questo, stiamo lottando contro lo stile di vita LGBTQ+ che viene introdotto nelle nostre scuole, nelle nostre case e nelle nostre università.”
La Bosnia, profondamente conservatoria, è l’unico stato successore dell’ex Jugoslavia a non aver mai ospitato un Pride fino ad ora. Già nel 2014 aveva cercato di organizzare degli eventi LGBTQ+, compreso un festival cinematografico, che furono sabotati dagli oppositori.