I video di Antonio Da Silva documentano i confini dell’eros contemporaneo
Antonio Da Silva è un artista che mescola il video con l’atto performativo, esplorando i feticci e i desideri della sessualità maschile. Presenti in numerosi festival internazionali (recentemente a Roma, all’Hacker Porn Film Festival), i suoi video svolgono indagini su diversi temi: dalla ricerca di sesso attraverso le app dedicate, internet e social media, a quella nei luoghi tradizionali di cruising; dall’analisi di specifiche identità del desiderio, come la bisessualità, alle “categorie” mutuate dal porno, quelle che specificano precise inclinazioni del piacere. Tuttavia i contenuti altamente espliciti non gli negano la possibilità di trasmettere uno sguardo abbastanza intellettualistico e critico sulle abitudini, le aspirazioni e le necessità dell’individuo di oggi.
L’estetica dei film di Da Silva spazia dal linguaggio dell’arte contemporanea (e dall’innovazione dei nuovi media) alla pornografia, vintage o home made che sia. Protagonista è il corpo dei performer che, assecondando la camera e chi registra, permette uno sprofondamento nella propria intimità. Ed è in questo modo che oltre alle erezioni viene mostrato qualcosa di molto personale di chi ha deciso di farsi riprendere, emozioni tra autocompiacimento e fragilità, ad esempio.
Al di là del voyerismo e dell’alto contenuto sessuale, Da Silva riesce a sorprenderci anche con l’ironia (vedi Ecosexual, 2015), con il suo taglio registico insomma, oltre che con la ricerca etno-sociologica di taglio espressivamente documentaristico.