L’elezione del 2017 a primo ministro di Ana Brnabic segnò una svolta decisiva per la storia della Serbia, paese violentemente omofobo. Ana Brnacic, scelta dall’ex premier Aleksandar Vunic, rappresenta la prima donna dichiaratamente lesbica a ricoprire la carica di primo ministro in Serbia.
Da quel momento in molti hanno sperato in un cambiamento per la comunità LGBTQ+ serba ma senza risultati. La Brnacic, pur essendosi sempre esposta, non ha mai lottato pubblicamente per il riconoscimento dei diritti alla coppie omossessuali. Attualmente la costituzione serba riconosce solo il matrimonio fra uomo e donna, non riconosce le associazioni LGBTQ+ e non permette alla coppie omossessuali l’adozione.
In aggiunta, in un paese dove ancora oggi il 65% della popolazione pensa che l’omofobia sia una malattia, ieri è arrivata una comunicazione assurda e immorale. Il primo ministro Ana Brnabic proibisce la fecondazione assistita per le donne lesbiche che hanno avuto una relazione omossessuale negli ultimi 5 anni. Decisione completamente incomprensibile poiché lei stessa con la compagna Milica Djurdjic, da febbraio, sono madri di un bambino nato grazie alla fecondazione assistita.