L’attenzione turistica verso la Florida ruota generalmente intorno a due poli. Per la parte ludica e familiare il polo di riferimento certamente è Orlando, grazie alle attrazioni del parco di Disneyworld e a tutto il suo indotto.
Per la componente modaiola, godereccia e marina la meta è Miami.
C’è però un terzo polo di attrazione per gli americani, che anche gli italiani dovrebbero cominciare a frequentare di più. Si tratta di Key West, mitica cittadina tropicale che segna l’estremo punto meridionale dello Stato, affacciata sul breve tratto di mare che lo divide da Cuba, di cui condivide tutto il languore caraibico, la vegetazione di palme e agavi, le spiagge bianche coralline, le acque verdi dell’Oceano, una dolce vita costellata di daiquiri e margaritas, di aragoste e marlin alla brace, di brezze tiepide e notti calde di folle colorate che animano le strade del piccolo centro storico creolo fatto di case di legno di non più di tre piani
. La magia di Key West sta tutta nella naturale capacità di cullare dolcemente chi cerca calma, riposo, contatto diretto ma morbido con la natura, fantasie storiche e letterarie testimoniate dalle case perfettamente conservate dell’ex presidente Truman e dello scrittore Ernest Hemingway, che qui compose, circondato di gatti, i libri più famosi, all’ombra dell’antico faro bianco e nero, oggi piattaforma di osservazione aperta ai turisti. Ma sta anche nella capacità di proporre divertimento e svago che sanno spesso di carnevale e di festa mobile, di godimento dei sensi e dei corpi spontaneo e per nulla artefatto. Un mix vincente in gran parte merito della numerosa e solida comunità gay prevalentemente americana, che ha aggiunto al languore tipico della location e ai piaceri tradizionali della tavola e del bar, una libertà di costumi da tutti condivisa o rispettata. Al punto che l’intera cittadina spontaneamente celebra il count down dell’ultimo dell’anno dentro, davanti e sotto le finestre illuminate dai colori dell’arcobaleno del più importante locale GLBT, posizionato, non a caso, al centro del corso principale.
Nella quotidianità delle serate, delle feste, degli eventi gay friendly, domina la nudità, celebrata dentro e intorno le piscine comuni, dove si vive la complicità cameratesca più che la promiscuità, e dove fra giochi acquatici e ozi termali nascono amicizie, flirt, storie e amori.
In un’atmosfera insieme energetica e rilassata che sta a metà fra libertà pagana e godimento pieno di dignità e diritti qui vigenti e consolidati da lungo tempo si realizza la profonda sana compresenza di luoghi gay only e straight friendly, in un contesto che fa di Key West, uno degli esempi assieme a Ibiza, Mykonos, Byron Bay e Tel Aviv, di quei luoghi dove il senso di comunità allargata e solidale prevale sulle differenze di età, gusti, genere, origine etnica e orientamento sessuale.
Alessandro Cecchi Paone