Da uno studio pubblicato su Science emerge che oggigiorno non esiste una causa genetica che possa stabilire l’orientamento sessuale.
Lo studio, condotto dall’australiano Brendan Zietsch, ha analizzato i genomi di 409.000 persone iscritte alla UK Biobank e di 68.500 registrate alla società 23andMe. Ai partecipanti è stato chiesto se avessero mai fatto sesso con qualcuno dello stesso sesso, le loro fantasie sessuali e la loro identità sessuale.
Dopo aver analizzato le risposte, i ricercatori hanno trovato cinque singoli marcatori genetici che sembravano essere in comune tra le persone che avevano avuto almeno un’esperienza omosessuale. Due fra questi sono strettamente collegati ai geni degli ormoni sessuali e dell’olfatto, due fattori fondamentali nell’attrazione sessuale. Ciò nonostante i cinque marcatori hanno spiegato solamente l’1% delle differenze tra i rapporti sessuali delle persone coinvolte nello studio.
Quando, invece, i ricercatori hanno esaminato la somiglianza genetica complessiva delle persone che avevano avuto almeno un’esperienza sessuale omosessuale, questa sembrava rappresentare tra l’8% e il 25% del comportamento. Il resto si presuppone sia il risultato di influenze ambientali o di altri fattori biologici.
La ricerca presenta dei limiti non indifferenti, ricollegabili alla provenienza e all’età dei partecipanti. Ciò nonostante, per ora, ha rivelato che le somiglianze genetiche non possono ancora determinare l’identità sessuale di un individuo.
Così il genetista al Children’s National Health System Eric Vilain ha dichiarato: “è la fine del “gene gay”” ironizzando su chi ancora crede che l’omosessualità sia una malattia.